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Urbino – A Palazzo Ducale la nuova grande mostra su Giovanni Santi

 URBINO -URBINO – La mostra Giovanni Santi. “Da poi … me dette alla mirabil arte de pictura” dedicata all’artista urbinate, padre del più celebre Raffaello Sanzio, è stata prorogata fino al 7 aprile.  La mostra ospita oltre quaranta pezzi chiamati a testimoniare la produzione artistica urbinate dell’ultimo Quattrocento. Tra questi anche le famose Muse e Apollo ricollocate nell’originaria destinazione voluta da Federico da Montefeltro, il Tempietto delle Muse posto al Pian Terreno, nella loggia tra i due Torricini.   Aperta lo scorso 30 novembre, la mostra allestita nel Palazzo Ducale di Urbino sta contribuendo a restituire il giusto ruolo all’artista in quel contesto urbinate che costituì un momento imprescindibile di avvicinamento alla formazione e alla cultura ‘visiva’ di Raffaello.

La poliedrica personalità umanistica di Giovanni Santi – dimostrata dall’ampia produzione letteraria – sarà testimoniata dal manoscritto originario del suo capolavoro, la Cronaca rimata, proveniente dalla Biblioteca Apostolica Vaticana e visibile in mostra. E dal Vaticano verrà anche il San Girolamo, che assieme alle opere provenienti dalla National Gallery di Londra, dal Museo Puškin di Mosca ed alla quasi totalità di quelle presenti in loco o provenienti dal territorio, tenterà di rendere visibile quella rete di relazioni e di reciproche interferenze artistiche che interessarono l’ambiente urbinate in età federiciana.

Urbino, patria di Giovanni Santi, e il Palazzo Ducale – presso il quale fu molto attivo – vedranno restituito al pubblico, per tutta la durata della mostra, l’intero ciclo pittorico concepito originariamente per il Tempietto delle Muse: le otto tavole – sette rappresentanti le Muse ed una Apollo – opera di Giovanni Santi e Timoteo Viti, gentilmente concesse in prestito da Palazzo Corsini in Firenze, saranno ricollocate all’interno del loro ambiente originario.

A testimonianza del contesto culturale nel quale operò Giovanni Santi, saranno presentate delle opere coeve come l’Annunciazione di Fano del Perugino o l’Angelo Musicante di Melozzo da Forlì del Vaticano, che affiancheranno i capolavori di Piero della Francesca, Giusto di Gand, Pedro Berruguete, etc., già presenti nelle collezioni della Galleria Nazionale delle Marche. Ed ancora, opere di scultura, come la Madonna con Bambino dalla Pinacoteca Civica di Jesi di Domenico Rosselli, già attivo nel cantiere del palazzo urbinate per il Duca Federico, o l’inginocchiatoio intarsiato proveniente dalla Cappella Oliva nella chiesa di S. Francesco di Montefiorentino a Frontino – della quale si esporrà anche la pala del 1489 – che affiancherà i straordinari intarsi dello Studiolo e delle preziose porte dell’appartamento ducale.

 www.gallerianazionalemarche.it

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