Scultura Aurea
Gioielli dArtista per un nuovo Rinascimento
A cura di Paola Stroppiana
Urbino, Palazzo Ducale
31 maggio 8 settembre 2019
La mostra propone, nelle rinascimentali sale del Palazzo Ducale di Urbino, una panoramica sul gioiello dartista del XX e XXI secolo ed è preziosa occasione per portare allattenzione del pubblico il contributo di scultori e pittori allambito del gioiello, inteso come opera darte perfettamente compiuta, nel pieno superamento tra arti maggiori e minori cha nel Palazzo di Federico trova piena realizzazione concettuale ed estetica.
Il percorso di mostra presenta unampia selezione di esemplari, più di 140 pezzi, realizzati da 46 artisti internazionali, evidenziando contributi e influenze e sottolineando la portata rivoluzionaria della contaminazione tra le arti in ambito orafo.
Lesposizione, a cura di Paola Stroppiana, propone come primo elemento di indagine la rievocazione della grande cultura orafa delle Marche: la regione è riconosciuta come un distretto di livello internazionale per competenze e diffusione di scuole e modelli.
Nel XX secolo la cultura orafa marchigiana gode di un rinnovato prestigio grazie a figure come Edgardo Mannuci, Giuseppe Uncini, Valeriano Trubbiani, Eliseo Mattiacci, Giorgio Facchini, Alberto Giorgi, che alla grande competenza in ambito scultoreo e orafo hanno spesso unito la vocazione allinsegnamento, formando nuove generazioni di artisti. Nodale il ruolo dei fratelli Arnaldo Pomodoro eGio Pomodoro, la cui fama internazionale nellambito delle arti ha portato alto il nome delle Marche nel mondo: entrambi hanno realizzato ornamenti di grande bellezza (rivalutando anche lantica tecnica della fusione in osso di seppia) e parallelamente hanno contribuito in modo determinante alla rielaborazione critica del gioiello dartista, talvolta confinato ad una mera riduzione in scala o ad unespressione di alto artigianato, rivalutandone la dignità, anche museale, di opera darte perfettamente compiuta, pari al disegno e alla scultura.
Successivamente sono presi in esame i maestri italiani (Afro, Nino Franchina, Gino Severini, Giuseppe Capogrossi, Umberto Mastroianni, Getulio Alviani, Giorgio De Chirico) che, a partire dal II Dopoguerra, si sono fatti interpreti del gioiello dartista, pezzo unico dautore, grazie allilluminata committenza di mercanti, galleristi e mecenati come Mario Masenza e i fratelli Fumanti a Roma. Parallelamente, nella Milano di fine anni 60, ha inizio la paradigmatica avventura di Gian Carlo Montebello e Teresa Pomodoro, che insieme fondano la GEM Montebello.
Questi, tra il 1967 e il 1978, ancora in parallelo con lesclusività del pezzo unico di Masenza e Fumanti, collaborano con oltre 50 artisti editando circa 200 gioielli in multipli in edizione limitata. Molti i nomi coinvolti, a partire dai cognati Arnaldo e Gio Pomodoro, Fausta Squatriti, Piero Dorazio, Lucio Fontana, JoeTilson, Lowell Nesbitt, Niki de Saint Phalle, PolBury, Jesús Rafael Soto, Pietro Consagra, Claude Lalanne, Man Ray, JoyTilson.
Segue una preziosa selezione di esemplari e pezzi unici di artisti di fama internazionale che si sono confrontati con lambito orafo già a partire dagli anni 40 del secolo scorso come Alexander Calder, Salvador Dalí, George Braque, Pablo Picasso, Max Ernst, Louise Nevelson, Alicia Penalba, con episodi spesso sorprendenti, per giungere ad alcuni esempi di gioielli realizzati da artisti contemporanei (Igor Mitoraj, Sophia Vari, Enrico Castellani, Giulio Paolini, Anish Kapoor, Giorgio Vigna), che trasferiscono nel gioiello la poetica della loro ricerca con nuova consapevolezza sostenuta da illuminate committenze, nuove generazioni di galleristi-mecenati e da una rinnovata sensibilità critica allargomento.
Larchitettura [ ] deve perseguire la difficile unità dellinclusione piuttosto che la facile unità dellesclusione [ ]. È con le parole di Robert Venturi che lautrice dellallestimento della mostra, ci introduce alla visione della mostra Scultura Aurea.
Visione e non semplice visita è quella proposta, perché non cè più distinzione tra contenitore e contenuto, e i gioielli vere e proprie opere darte, sculture preziose partecipano alla creazione dellambiente che le ospita. Si supera così il dualismo tra arti maggiori ed arti minori e si recupera il tema, caro al Rinascimento, dellunità delle arti.
Daltronde, lo stesso Palazzo Ducale testimonia, da più di cinquecento anni, che il ricco apparato ornamentale che impreziosisce le cornici di porte e finestre e trova unespressione altissima nello straordinario Studiolo, non è accessorio allarchitettura, ma ne è parte integrante e pienamente partecipe dellimmagine non solo dellarchitettura del palazzo, ma dellintera città di Urbino.
Luso della tecnologia diventa strumento per la realizzazione di un nuovo Rinascimento che permette, attraverso installazioni interattive ed ambienti scenografici mutevoli, di coinvolgere in ununica visione pittura, scultura, e design fino alla stessa architettura del Palazzo Ducale.
Lallestimento non è quindi una semplice esposizione di oggetti darte, ma offre un coinvolgimento esperienziale che si muove tra la matericità delloro, dei metalli, delle pietre e lintangibile mutevolezza della luce e delle immagini. Daltronde, anche il gioiello, non esaurisce in sé stesso la propria immagine, entrando in stretto rapporto con larchitettura del corpo per il quale è pensato in un connubio che racchiude in sé, uno dei principi fondamentali ed intramontabili dellUmanesimo.
Galleria Nazionale delle Marche Palazzo Ducale di Urbino
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